EUGENIO CARMI

 

 

(Genova, 1920 – Lugano, 2016)

Negli anni Quaranta è a Zurigo, dove si laurea in chimica al Politecnico e viene a contatto con i fermenti internazionali allora presenti nella città. Inizia a dipingere fin dagli anni del liceo; al suo ritorno in Italia studia a Torino sotto la guida di Felice Casorati. Fin dall’inizio degli anni Cinquanta è tra gli esponenti dell’astrattismo italiano, inizialmente con un linguaggio informale per poi giungere alla fine degli anni Sessanta al rigore delle forme geometriche, ma sempre asimmetriche e “ribelli”, forme che svilupperà progressivamente nel corso dei decenni successivi. Le opere attuali che, come lui stesso dice, dialogano costantemente con le leggi della natura e che, attraverso interventi materici, riportano nella geometria un certo spirito delle opere degli anni Cinquanta e Sessanta. La sua prima mostra personale, curata da Gillo Dorfles, è alla Galleria Numero di Firenze. La maggior parte delle sue opere è su tela e juta; utilizza anche acquerelli, carte, latte, sculture e multipli. Sporadicamente nel corso degli anni ha anche creato oggetti di design. Oltre che artista è stato art director e responsabile dell’immagine dell’Italsider dal 1958 al 1965. Per il Servizio Programmi Sperimentali della RAI ha realizzato nel 1973, tra le altre cose, un programma completamente astratto di 25 minuti e nello stesso anno ha tenuto seminari di arte visiva al Rhode Island Institute of Design di Providence negli Stati Uniti; negli anni Settanta ha insegnato all’Accademia di Macerata e all’Accademia di Ravenna. Ha illustrato tre favole di Umberto Eco (La bomba e il generale, I tre cosmonauti, Gli gnomi di Gnù), pubblicate in Italia da Bompiani e in molti altri Paesi del mondo. Ha partecipato a due Biennali di Venezia: nel 1966, con l’opera di arte cinetica SPCE, e nel 2011. Ha partecipato alle principali Biennali internazionali di grafica, ricevendo importanti premi. Ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero. Sue opere importanti fanno parte delle collezioni della Camera dei Deputati a Roma, del Ministero degli Esteri a Roma, della Quadriennale di Roma e di vari musei in Italia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Stati Uniti. Si autodefinisce “fabbricante di immagini”.