NICOLA VITALE

Nicola Vitale, Milano 1956, poeta, saggista e pittore attivo dal 1987 con mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. È del 2010 un’importante personale intitolata Animali da lettura, a palazzo Sormani, a Milano, su iniziativa di quella municipalità (introduzione di Elena Pontiggia). Più volte Pierre Restany si occupato della sua pittura: mostra alla New York University, 1994, e allo Studio D’Ars a Milano (1996, 1997, 1999). Nel 2011 è presente alla LIV Biennale di Venezia, al Padiglione Italia, in un’edizione curata da Vittorio Sgarbi. Nel 1997: selezionato al Premio Flash Art Museum, Borgo Trevi (PG) e mostra retrospettiva all’Abbazia di Chiaravalle, a Milano. Sue opere in permanenza alla National Gallery of Art di Reykjavik (Islanda).  Ha pubblicato saggi sull’arte visiva con Marietti 1820, Moretti e Vitali, Mimesis. Pubblica su Exibart (arte contemporanea) e sulle riviste dell’Università Statale Itinerae Materiali di Estetica. A Milano collabora con la Galleria Antonio Battaglia, come relatore con la Casa della Cultura e la Fondazione Corrente.

Come poeta dal 1993 pubblica raccolte prevalentemente con Mondadori (nel 2008: Condomino delle sorprese, Mondadori, libro destinatario dei premi Laurentum e Rhegium Julii). È presente nelle antologie Poeti Italiani del Secondo Novecento(a cura di Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi, Mondadori, 2004) e Braci, La poesia italiana contemporanea(a cura di Arnaldo Colasanti, Bompiani, 2021). Sul suo lavoro creativo hanno scritto – tra gli altri – Rossana Bossaglia, Maurizio Cucchi, Ezio Frigerio, Francesco Gallo, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Ermanno Krumm, Flaminio Gualdoni.

Vari i temi trattati dall’artista. Spazia con l’immaginazione, racconta il mondo visto da prospettive inconsuete, a volte colto in situazioni paradossali. Può trattarsi di stereotipi dell’illustrazione popolare, di figure zoologiche trasfigurate in una sorta di eden, o di immagini della contemporaneità più prosaica che assumono un particolare lirismo metafisico. Ad esempio, la conta del denaro, la calata di paracadutisti visti dal basso dalle suole degli scarponi, una partita di calcio in un attimo di sospensione o una scena di pioggia in cui le gocce d’acqua, diventano protagoniste, essendo ingigantite nella loro trasparenza diafana.  Temi che a partire dagli anni dieci sono stilisticamente improntati al suo stesso concetto di Solarità che indaga nel suo libro Figura Solare. Un rinnovamento radicale dell’arte, (Marietti, 2011). Una visione nella quale chiama in causa vari artisti, da Edward Hopper e – prima – Cézanne, van Gogh, Gauguin, e poi generazioni recenti come David Hockney o l’italiano Salvo. Alla “Figura solare” è stata improntatanel 2014 una tesi di laurea in Filosofia, all’Università Statale (cattedra del Prof. Piero Giordanetti).

Scrive Pierre Restany:

Nicola Vitale ha cercato nella pittura, nel materiale pittorico un elemento espressivo che non trovava nelle parole. E questa dimensione di super espressività della pittura credo sia proprio la cosa che lo affascina, e gli dà veramente la vocazione pittorica. È solo forzando la pittura che lui può arrivare a questa dimensione un po’ abusiva, ma forte, sana e robusta dell’immagine. Forse usando il linguaggio delle parole Nicola Vitale è riuscito ad arrivare in altro modo alla concentrazione estrema della sua energia interna, ma aveva bisogno della pittura per approdare a questa forzatura, che è bella perché è vera, non è una forzatura forzata è una forzatura spontanea, viene come un desiderio forte, irresistibile, irrefrenabile, e questo mi dà il perché della sua vocazione pittorica.

 

 

Caramelle, 2015, Olio su tela, 43 x 80
Nido, 2015, olio su tela, 77x87cm
Pesca, 2017, olio su tela, 72X89 cm
Boccia, 2023, olio su tela, 33 x 29 cm